04/12/09

Fact check ed Annozero



All'indomani della puntata di Annozero sul processo Mills, a cui ho partecipato come spettatore, vorrei analizzare il modo di argomentare di Travaglio e Gomez da una parte, e di Ghedini dall'altra. Vorrei farlo soprattutto sotto il profilo della disinformazione di cui spesso si avvalgono per avvalorare le loro tesi.








Partiamo dal numero di incontri tra Mills e Berlusconi e grado di conoscenza tra i due. 


Ho innanzitutto trovato, in alcuni punti, i commenti di Tarak Ben Ammar in merito alla tecnica di montaggio usata nel documentario di Annozero (che proponeva la ricostruzione del caso) molto giusti. C'erano spesso punti in cui accanto all'affermazione di Mills "Si, conosco Berlusconi" veniva proposta un'intervista di telelombardia in cui il premier affermava categoricamente di non conoscerlo. 
E qui il produttore tunisino, faceva notare come fosse facile montare delle scene per far arrivare uno specifico messaggio, in questo caso la falsità di Berlusconi


Ora, non voglio entrare nel merito sul fatto che si conoscano o no, ma probabilmente il loro grado di conoscenza può essere dedotto dal numero di incontri tra i due, ed è qua che Gomez cerca di argomentare portando dati falsi. Parla di numerosi incontri tra i due, quando è invece accertato, mediante sentenza, che per errore materiale si era confuso il nome Berlusconi con Bernasconi, vero autore di questi incontri con l'avvocato Mills. Ciò è stato prontamente ribattuto da Ghedini, che ho ovviamente trovato molto preparato a rispondere a tono. 


Se non fosse che trovo Ghedini una figura atipica nello studio del fact-checking, per la difficoltà di analisi attraverso questi strumenti. Egli è capace di parlare mediante fatti, ma lascia che questi sottointendano tutt'altra cosa rispetto alla realtà. Ecco il punto che ho notato in particolare.
L'avvocato sostiene varie volte che, su 80 testimoni portati dalla difesa di Berlusconi, ne sia stato ascoltato solamente 1, cosa di per sè vera (anche se sottile, in effetti altri testimoni portati congiuntamente da difesa e accusa, o congiuntamente dalla difesa di Berlusconi e quella di Mills sono stati accolti). C'è da notare però le diverse motivazioni di questo atteggiamento della magistratura; motivazioni che discendono alternativamente da Ghedini e dai magistrati stessi.


Il primo sostiene che tale volontà va intesa in senso anti-garantista, a danno di Berlusconi. I magistrati, chiaramente politicizzati, volevano condannarlo a priori, pertanto gli negano il diritto al contraddittorio. E' qui che trovo Ghedini non aderente alla realtà, essendo tale conseguenza, da lui prospettata solo sulla base di supposizioni.


Al contrario trovo maggiormente credibile la motivazione addotta dai magistrati.
In breve sostengono che la maggior parte delle liste testimoniali delle difese sono state escluse perchè sovrabbondanti,     


1 comprendendo persone neppure compiutamente identificate 


2 comprendendo residenti in Stati che non hanno concluso con l’Italia convenzioni in materia giudiziaria (per cui sarebbe stato difficoltoso ottenere le rogatorie, un esempio su tutti, la testimonianza di Heimo Quaderer, giunta dopo 1 anno dalla effettuazione a Vaduz)
(ndV: qui Gomez sosteneva, sbagliando, che Tarak Ben Ammar non si sarebbe potuto avvalere del diritto di testimoniare in Francia, mentre può, con una specifica procedura, in base alla disciplina della giurisdizione internazionale)

3 comprendendo deposizioni irrilevanti, che si sarebbero necessariamente limitate alla descrizione del contenuto di documenti già in atti, compiutamente analizzati in tutte le ponderose consulenze tecniche delle parti.

Inoltre ciò era aggravato dalla trattazione necessariamente prioritaria del caso Mills, in relazione alla ravvicinata prescrizione, quindi tutto porta a pensare ad una volontà dilatoria della difesa di Berlusconi, sperando in una prescrizione (volontà dilatoria che si sta dimostrando anche ora, visti gli "importantissimi" impegni istituzionali cui sta partecipando il premier per sottrarsi al giudizio).

Non vedo dunque la politicizzazione della magistratura in tale scelta, quanto quella di portare al termine un processo, giungendo ad una decisione prima che lo stesso si prescrivesse. 

E trovo ancora più facile portare sfiducia nella magistratura promulgando una legge che accorci ulteriormente il processo, per poi portare quantità sovrabbondanti di testimoni, e accusare la magistratura corrotta di non accettarli.



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02/12/09

Psicopatologia di un sondaggio quotidiano

In una politica sondaggio-dipendente, è possibile avvalersi giornalmente di questi strumenti per argomentare a piacere tesi opposte? Considerato quando la loro creazione e la loro analisi sia un'attività piuttosto discrezionale.


Ho notato infatti come ognuno tenda a far prevalere la propria tesi, nel riportare i "rivoluzionari" dati sondaggistici.
Entriamo nel punto della questione, ossia il sondaggio Digis che mi ha dato spunto per il tema. Consiste di domande a parti dell'elettorato di destra e di sinistra (un totale di 2200 individui), per tastare la loro sensibilità verso temi tradizionalmente cari ad uno schieramento politico in particolare.
Vediamo alcune delle domande.


Domande poste all'elettorato di destra
“È giusta la difesa rigorosa delle libertà civili (parola, stampa, associazione ecc.)?”
“Lei appoggia la libertà di scelta della donna in tema di aborto?”
Vince in entrambi i casi il si, (89,1%, 69,2%).


Domande poste all'elettorato di sinistra
“La criminalità e l’immigrazione clandestina vanno combattute con leggi più severe?”
“Lei è favorevole a dimezzare gli addetti, i tempi e i costi della burocrazia?”
Vince in entrambi i casi il si, (67,3%, 86,1%)


Ho sentito definire questi dati "sensazionali", nel dimostrare come l'elettorato si discosti dalla concezione tipica che si ha delle idee di destra e sinistra. Ma come è possibile definire sensazionale dei dati resi falsificabili; quando la risposta è implicitamente contenuta nella domanda?


Basta leggere con attenzione le richieste dei pollster riportate sopra.
Non è necessario essere di destra o sinistra per appoggiare la "libertà di scelta" della donna in tema di aborto, ben diverso sarebbe stato chiedere se si è favorevoli o contrari all'aborto in sè.
Non è necessario essere di destra o sinistra per essere favorevoli a "combattere la criminalità e l'immigrazione clandestina", ben diverso sarebbe stato chiedere se si è favorevoli o contrari all'integrazione razziale.
Allo stesso modo, chi non vorrebbe "dimezzare addetti, tempi e costi della burocrazia?".


Mi vorrei collegare alle teorie di Sartori al riguardo. 


Il pensiero debole
E' innanzitutto da considerare il "pensiero debole" che permea il sondaggio stesso in quanto tale. Molte delle opinioni del campione statistico nascono sicuramente sul momento. Su una decina di domande spesso l'interlocutore ha un'opinione forte solo su 2-3 di queste, mentre sulle altre è più facile risponda sull'istinto del momento; in tal modo creando un'opinione labile, mutevole ad un primo approfondimento da parte dell'intervistato. 
E ciò avviene nella migliore delle ipotesi. Spesso l'interlocutore non sa neanche di cosa si stia parlando, ma la sua non-conoscenza dell'argomento non inficia minimamente la sua capacità di rispondere un semplice "si" o "no".
Riporto una considerazione di Montanelli mentre i lavori dell'assemblea costituente italiana erano ancora in corso, dovendo decidere se il miglior sistema parlamentare fosse quello bicamerale o no. A seguito di un sondaggio tra gli italiani egli scrisse "secondo me la maggior parte degli intervistati crede che la bicamerale sia una camera matrimoniale".
L'importanza della domanda
Quanto può essere rilevante la scelta delle parole nella domanda? 
Nelle elezioni americane del 1988, tra Bush e Dukakis (il candidato democratico alla presidenza), quando veniva posto per primo nella domanda "Dukakis", Bush risultava sotto di 12 punti percentuali; uno scarto che si riduceva a 4 punti quando il nome di Bush era messo in testa.
Se una sola trasposizione di parole può dare risultati talmente differenti, quanto può modificare la risposta del pubblico una domanda posta interamente sotto una luce differente, come nel sondaggio Digis?


Con ciò non voglio delegittimare il lavoro che sta dietro ai sondaggi, ma sentire quotidianamente Berlusconi proclamare la fiducia che gode presso l'elettorato (peccato non menzioni la loro netta contrarietà all'immunità parlamentare), e ogni partito sbandierare quei punti percentuali raccolti periodicamente a favore di una o di un'altra fazione, fa pensare ad una lettura piuttosto acritica di questi.


Bisognerebbe più spesso analizzare ciò che nasconde una, apparentemente innocente, domanda.
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Nouveau Ancien Régime










Fini: "Ma io gliel'ho detto... confonde la leadership con la monarchia assoluta"


Riunione dei vertici del PdL: "Spieghi se è in linea con il partito"
Capezzone: "Non commentiamo i fuorionda. Tocca ora al presidente della Camera spiegare il senso delle sue parole rese note da Repubblica Tv e se con quelle ragioni è ancora d’accordo"

Romani: "Fini non sa cosa sia la riconoscenza. E quando si parla bisognerebbe strare un poco più attenti."

Fini: "Poi in privato gli ho detto... ricordati che gli hanno tagliato la testa a... (Luigi XVI, ndV) quindi statte quieto"


Deduco dalle reazioni alle parole di Fini, che Berlusconi non è l'unico a considerare il PdL un Nouveau Ancien Régime

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